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Doping: Nemico dello Sport e dell'Atleta
Posted by Cottidianos
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20:33
Sexta-feira, 07 de março
Intervista Mario Vigna
Procuratore del Comitato Olimpico Nazionale Italiano
Doping: “Un fenomeno che danneggia sia alla salute
delle persone che la “verità dello sport”
Imagem: http://www.abilitychannel.tv/video/doping-la-campagna-del-comitato-italiano-paralimpico/ |
Jean
Louis Quadri è un giovane di 18 anni. Lui gioca in una squadra di calcio
amatoriale, vicino a Grenoble, in Francia. Il suo grande sogno, tuttavia, è
quello di essere uno dei grandi giocatori di calcio nazionale. Durante una
partita lui gioca, per diverse settimane, con uno stile aggressivo e
instancabile, spiccandosi dagli altri atleti. Il giovane sportivo chiede,
insistentemente, ai dirigenti locali che trovino un posto per lui in una grande squadra. I dirigenti
promettono di aiutarlo. Sei settimane dopo, un giovedì, 24 ottobre del 1968,
Jean gioca un’altra partita, e, come delle altre volte, gioca con tanto impegno
e dedizione. Con una mossa spettacolare, lui riesce a liberarsi gli undici
difensori della squadra avversaria e si prepara per il glorioso momento del
gol.
Accade allora una inaspettata conclusione: Il corpo di
Jean Louis soffre un collasso e lui cade a terra, con il viso blu. Il giovane
viene soccorso subito, tuttavia, muore a camino dell’ospedale, lasciando una
vedova di 19 anni e un bambino di solo 2 mesi.
L’autopsia fatta al corpo del ragazzo rivela la presenza
di anfetamine. Le indagini della polizia concludono che lui era riuscito a
trovare la droga nell’ospedale psichiatrico dove lavorava.
Jean Louis Quadri non fu il primo né sarà l’ultimo a fare
uso di sostanze proibite nel mondo dello sport. Nel cercare di superare i
propri limiti, l’uomo ha sempre trovato un ostacolo: la stanchezza. È
necessario aggirarla, portarla lontano. Con questo obbiettivo, cerca mezzi che
lo aiutino ad esplorare al massimo la capacità fisica del suo corpo. Questo di
chiama dopaggio – un modo disonesto, per se stesso, e verso gli altri
competitori, di provocare stimoli artificiali o effetti soppressori, stimolando
un alto rendimento muscolare oppure inibendolo.
Quando le organizzazioni antidoping si impegnano nella
lotta contro questo mezzo disonesto di ottenere buoni risultati nel mondo dello
sport, loro stanno a preoccuparsi, in primo luogo, della vita e della salute
degli atleti. La punizione inflitta a coloro che sono colti in flagrante negli
esami antidoping svolgono, così, una funzione educativa.
Per parlare a riguardo di questo tema, ho scambiato dei
messaggi, per posta elettronica, con il Procuratore del Comitato Olimpico
Nazionale Italiano (CONI), Mario Vigna. Vigna è avvocato ed abita a Roma. Ho
avuto modo di conoscere il procuratore del CONI in occasione della sua visita
in Brasile, a gennaio di quest’anno, quando ha intervenuto in una conferenza
sul Diritto Comparato dello Sport – Brasile , Spagna e Italia, organizzato dal
Presidente della Commissione di Diritto dello Sport, della 3ª Sottosessione
dell’Ordine degli Avvocati del Brasile (Campinas, SP), Leonardo Andreotti Paulo
de Oliveira.
Ringrazio, nell’elaborazione di questo lavoro,
all’avvocato brasiliano, Leandro Moura da Silva, che lavora nell’Ambasciata del
Brasile a Roma. Leandro fu chi mi ha aiutato, sempre via e-mail, nella
traduzione del testo dell’intervista dal portoghese all’italiano e vice versa.
Mario Vigna
Mario Vigna
José Flávio - Qual
è l’importanza di dibattere il tema del doping, in Brasile, Paese che ospiterà
la Coppa mondiale di calcio nel 2014 e i Giochi Olimpici nel 2016?
Mario Vigna - Il
doping è contro lo sport tutti i giorni e si manifesta a diverse latitudini.
Sicuramente un paese che ospita un grande evento sportivo non può sottovalutare
il tema, considerato che in gioco ci sono la salute degli sportivi coinvolti e
la credibilità dell’evento sportivo stesso.
José Flávio - Per quale motivo le convenzioni e le federazioni
internazionali si preoccupano così tanto con il tema del doping?
Mario Vigna - Ritengo perché sia un
fenomeno che danneggia sia alla salute delle persone che la “verità dello
sport”.
Palazzo del Comitato Olimpico Nazionale Italiano
Imagem: http://www.portalestoria.net/italia%20palazzi%20del%20potere.html |
José Flávio - Lei, come Procuratore del Comitato Olimpico Nazionale
Italiano (CONI), si è imbattuto con alcuni casi interessanti coinvolgendo
atleti che hanno fatto uso di sostanze proibite? In caso affermativo, quali di
questi casi Le hanno più colpito?
Mario Vigna - Nel corso della mia attività
ho seguito numerosi casi disciplinari in materia di doping, giunti anche al
Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Quel che posso dire è che spesso
c’è un “sistema doping” che non coinvolge solo gli atleti ma anche il cd.
personale di supporto.
José Flávio - Lei potrebbe spiegare, in poche parole, come funziona il
sistema antidoping, in Italia?
Mario Vigna - Sul
piano della giustizia sportiva, il Comitato Olimpico Italiano è la National
Antidoping Authority prevista dalle norme WADA. Pertanto il sistema
disciplinare antidoping è accentrato al CONI. C’è un unico ufficio
investigativo (i.e. Ufficio di Procura Antidoping) che si occupa di tutti i
procedimenti riguardanti atleti di federazioni ed altri enti affiliati al CONI.
I casi sono poi devoluti ad un tribunale indipendente (i.e. Tribunale Nazionale
Antidoping) diviso in due sezioni che giudicano su differenti categorie di
soggetti.
Sul piano della
giustizia statale, la legge italiana 376/2000 prevede il doping come
fattispecie di reato. Spesso la Procura Antidoping riesce ad avere mezzi di
prova direttamente dall’indagine penale e ciò aiuta molto nelle indagini.
José Flávio - Se un atleta ne fa uso di sostanze proibite, è perché tali
sostanze gli sono state prescritte oppure perché qualcuno gliele fornite. Sono
previste delle sanzioni alle persone che facilitano in qualche modo l’accesso e
l’uso di tali sostanze?
Mario Vigna - Ai
sensi degli art. 2.7 (Traffico) e 2.8 (Somministrazione) del Codice mondiale
antidoping della WADA le condotte “complici” nell’ambito doping sono vietate.
Nel 2015, con l’entrata in vigore del nuovo codice mondiale, diverrà operativa
una norma – già adottata dall’Italia in questi anni – che vieterà agli atleti
anche l’avvalersi di soggetti sanzionati per doping, la cd. Associazione
illecita.
José Flávio -
Cambiando argomento: Quali sono le Sue aspettative per il mondiale di calcio
del Brasile nel 2014?
Mario Vigna - Mi
auguro sia un evento di gioia e di passione sportiva. Magari con l’Italia che
giochi bene.
José Flávio -
Lei è stato in Brasile tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Ha anche
partecipato dell’evento di Diritto Comparato dello Sport tra il Brasile, la
Spagna e l’Italia, che si à tenuto a Campinas, dove ha proferito una
conferenza. Quella è stata la prima volta che è stato in Brasile? Quali sono
state le Sue impressioni sul nostro Paese?
Mario Vigna - È
stato un vero piacere visitare una parte del vostro paese. Le cascate
dell’Iguazu sono state un’esperienza indimenticabile. È stata la prima volta ma
mi auguro davvero non sia l’ultima, anche perché mi manca di visitare il nord e
tanti altri posti bellissimi. Spero davvero che i due grandi eventi sportivi
all’orizzonte siano un’occasione per far conoscere a tante persone la bellezza
del Brasile.
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